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Corte Ue: l’Italia deve assumere i 250 mila precari nella scuola

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La Corte di Giustizia europea bacchetta l’Italia sulla normativa scuola. I contratti di lavoro a tempo determinato che si rinnovano in maniera illimitata nel settore scuola non sono giustificati, e per di più violano i diritti stabiliti dall’Unione Europea. E’ quanto la Corte Ue ha scritto ...

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La Corte di Giustizia europea bacchetta l’Italia sulla normativa scuola. I contratti di lavoro a tempo determinato che si rinnovano in maniera illimitata nel settore scuola non sono giustificati, e per di più violano i diritti stabiliti dall’Unione Europea. E’ quanto la Corte Ue ha scritto in una sentenza di risposta al rinvio pregiudiziale da parte del Tribunale di Napoli e della Corte Costituzionale, in cui si chiedeva appunto se la normativa statale è conforme all’accordo quadro dell’Unione europea sul lavoro a tempo determinato. Il ricorso finito davanti alla Corte di Giustizia europea è partito da un gruppo di docenti e collaboratori amministrativi assunti come precari in istituti pubblici in base ad una serie di contratti a tempo determinato rinnovati in rapida successione.

I lavoratori, sostenendo l’illegittimità dei loro contratti, hanno chiesto in primis la riqualificazione degli stessi in rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Poi hanno richiesto anche l’immissione in ruolo, il pagamento degli stipendi relativi ai periodi di interruzione tra i contratti e infine il risarcimento del danno subito. La normativa italiana, in particolare, è carente di misure che possano in qualche modo prevenire e sanzionare il ricorso a tali forme di contratto. La Corte, però, non può intervenire a risolvere la controversia nazionale, e quindi devono essere i giudici a pronunciarsi tenendo conto della denuncia della Ue.