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Un albergatore ospita i profughi nel suo hotel e viene minacciato

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La notizia viene da un albergatore di Bormio, località turistica in Provincia di Sondrio, Lombardia. In seguito agli ultimi barconi affondati, Carlo Montini, 70 anni, titolare di un albergo nella nota località montana ha deciso di ospitare i profughi senza casa. La proposta è arrivata dalla...

La notizia viene da un albergatore di Bormio, località turistica in Provincia di Sondrio, Lombardia.

In seguito agli ultimi barconi affondati, Carlo Montini, 70 anni, titolare di un albergo nella nota località montana ha deciso di ospitare i profughi senza casa.

La proposta è arrivata dalla Prefettura che per ovviare all’emergenza immigrazione ha offerto all’albergatore 35 euro per ogni persona accolta nella struttura. Il signor Montini da canto suo ha accettato affermando “di turisti non ce ne sono, c’è crisi, accetto i profughi”.

Riceverà perciò 35 euro a persona, ogni giorno a pensione completa; e di questi soldi ne restituirà 2 euro e mezzo agli ospiti per le loro esigenze quotidiane. Il signor Montini ha fatto sapere che per adesso ospita 7 persone, ma che potrebbe riceverne molte di più nei prossimi giorni, fino a riempire l’intera struttura di 45 posti. Con un contratto così l’albergatore avrà il suo stipendio mensile di quasi 1500 euro, eviterà di chiudere l’attività ed una quarantina di profughi senza casa ne cibo potranno godere dei servizi primari e cominciare a costruirsi un cammino. Magari non la migliore delle soluzioni, ma sicuramente un’opzione che porta beneficio ad entrambe le parti, togliendole da una situazione di crisi più profonda.

I commercianti ed i colleghi di Bormio non sembrano però pensarla così: forti le lamentele di chi “quelli non li vuole” perché “così si uccide il turismo” e “va bene accoglierli, ma non in una città che vive di turismo”.

Opinioni che si sono poi trasformate anche in minacce per l’albergatore. Egli ha ricevuto infatti negli ultimi giorni lettere minatorie con riferimenti anche alla famiglia, insulti, accuse e minacce di morte.

L’albergatore si dichiara esausto della pressione mediatica ed interessato solo a continuare il suo lavoro, cucinando per i suoi nuovi ospiti.